descrizione de’ bagni di Pozzuoli, e d’Ischia; la quale forse è di diverso, e più antico scrittore, certo che lo stile della medesima non è di tanta semplicità, e purità, quanto quella dello Spinello. Il cronista secondo il gusto già cominciato nel suo tempo, forzandosi a parlar con eleganza, e dpttamente, vi meschia innumerabili latinismi, i quali evidentemente non erano usuali al volgar dialetto, ma formavano quella lingua nobile, e culta, in cui si scriveva. Rimarchevole che vi s’incontrino non pochi Francesismi oggi disusati affatto, e che allora il nostro linguaggio avea contratti dalla frequentazione co’ Francesi, regnando tra noi la linea d’Angiò de’ Conti di Provenza. Così vi si vede usata la voce ostieri per dinotar abitazione, dal Francese hostel, che oggi scrivesi hôtel, le voci requesta, requisi per dinotar ricerca, ricercati, dalle Francesi requéte, requis, ed altre.
Per dare un saggio dello stile di quello cronista, non men che della sua incredibile credulità, scempiaggine ed ignoranza della storia antica, rapporteremo qui i capitoli 17., 18., 19., e 10. del libro primo, dove si descrivono i benefizi, che per arte magica Virgilio fece ai Napoletani.
Come Virgilio per la piacevolezza del
Aero de Napole ce compose la
Georgica. Gap. XVII.
De la qual Cità de Napoli: Virgilio molto più chiaro de tutti li Poeti non pò tacere imperochè vi fu Officiale, et ivi scripse il libro