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DIALETTO


Capitoli del ben vivere publicati nel 1509.

Grazie chieste dalla Città di Napoli nel 1520.

Parlamento convocato in Napoli dal Cardinal Colonna nel 1532.

Donativo fatto da’ Baroni nel 1535.

Parlamento dello stesso anno, nel quale a nome dell’Imperator Carlo V, che vi fu presente, si parlò alla Nazione in lingua Napoletana.

Parlamento celebrato in Napoli dal Vicerè di Toledo nel 1538.

Parlamento convocato in Napoli nel 1540.

Grazie chieste all’Imperator Carlo V. in Bruxelles nel 1550.

In tutti i quali atti non si scopre la minima alterazione di linguaggio.

Che la lingua, che usò la Cancelleria de’ Re Aragonesi in quel tempo, fusse egualmente nel volgare dialetto, ne fanno chiara testimonianza le lettere di corrispondenza politica, e le istruzioni pubblicate da Ottavio Albino dietro alle Istorie di Giovanni Albino in Napoli 1589. presso il Cacchio. Ne fanno fede, egualmente i Capitoli del Ben vivere (spezie di leggi municipali) fatti in que’ tempi distendere da moltissime università del Regno, ed approvati da’ loro Baroni, che si davan aria di Sovrani, e che esistono manoscritti ne’ nostri archivi, e negli antichi processi.

Se il coragioso atto del Re Alfonso d’innalizare il nostro dialetto ad esser il linguaggio del Sovrano, e delle assemblee della Nazione fosse stato secondato da’ più nobili ingegni del suo tempo, certamente ne avrebbe cambiata la fortuna:

dappoichè è fuor di dubbio, che sono i sublimi, gli eleganti, i delicati concetti que’ soli,

che