Potrà ciascuno essersi già avvisto, che noi ci siamo religiosamente attenuti dal nominare veruno degli scrittori nel nostro dialetto così drammatici come lirici ancor viventi. Sonovene non pochi. D’essi giudicherà la posterità palesemente, come ne ha già giudicato sotto voce l’età corrente. Parlar di viventi ancorchè in lode senza avernegli prevenuti, ed ottenutone il consenso è sempre un mancar al dovere più sacro della società, qual’é quello di rifpettare l’altrui libertà. Impeto d’una orgogliosa stupidità ha solo potuto essere l’eriggersi da per se stesso in pesatore de’ suoi concittadini, e coetanei, e il mettersi a descrivergli, definirgli, e valutargli, come un apprezzatore farebbe d’una razza di cavalli, o d’una carovana di muli. G2 CA
Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/170
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