Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/20

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XIII
 

ora siam troppo vecchi per intraprenderlo, ci siamo astenuti dal farne la ricerca; e di questa impensata scoperta lasciamo ad altri l’onore.

Ecco quel, che in questo volume per pegno del nostro amore alla Patria ci siamo prefissi di pubblicare. Che se a taluno sembrerà, che in troppo breve, e bassa sfera di cognizioni ci siamo arrestati; primieramente risponderemo, che a ciascuno si dee saper buon grado, che faccia quanto può, non quanto vorrebbe. Ciascun di noi ha detto con Orazio cupidum, pater optime, vires deficiunt. Diremo inoltre, che la Grammatica è indubitatamente la prima base d’ogni sapere: che il cominciar dal ben costruir i fondamenti, se non è brillante e vistosa impresa, è saggia, è prudente, è regolare; e tanto da pregiarsi più, quanto è meno accompagnata dalla ricompensa della gloria, e dal plauso della sorpresa. Diremo infine, e questo basti per non aggiunger altro, che noi, checché ci si abbia a rimproverare, ci facciam gloria d’impiegar i sudori sù quel dialetto, che Niccolò Capasso coltivò, e che Pietro Metastasio non dispreggiò.

Quantunque non brama di celebrità, ma puro zelo di concorrere al pregio della Patria ci muova; pur vediamo esser forza il

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