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DIALETTO
„ Per fino amore vò sì lietamente.

„Il perchè a quelli, che noteranno ciò, che si è detto di sopra, dee essere manifesto, che nè il Siciliano, nè il Pugliese è quel volgare che in Italia è bellissimo, conciosiachè abbiamo mostrato, che gli eloquenti nativi di quel paese siano da esso partiti.„

Su questo luogo dell’Alighieri rifletteremo primieramente, che sebbene egli escluse il Pugliese, altrimenti detto Siciliano, dal primato, come ne escluse ogni altro particolare dialetto, confessò però il concetto grande, in cui era quello allora. Nè di ciò ci maravigliamo, giacchè la lingua Italiana culta cominciata ad usarsi, da’ poeti prima di Dante, e da lui promossa a maggior perfezione si discostava molto meno, dal nostro volgar dialetto, che non (e ne discosta oggi quella lingua, che gli Accademici della Crusca hanno canonizzata, come di quì a poco dimostreremo.

Rifletteremo in secondo luogo, che delle tre parole rimproverate come goffe ai Pugliesi, abbiamo certamente la voce chiagnesse, ed abbiamo anche l’altra quatraro; ma volzera è una voce, che affatto non abbiamo, e verisimilmente non abbiam mai avuta, onde o deve dirsi alterata da’ copisti, o, come è più facile, Dante avendo poca conoscenza de’ nostri idiotismi la credette per errore nostra.

Rifletteremo in terzo luogo, essere stato saggio accorgimento suo lo stabilir per legge che niun particolar dialetto dovesse innalzarsi all’onore di lingua generale, poichè tutti sono sempre pieni di quelle goffaggini, anomalie, errori grammaticali, solecismi, che il volgo commmet-

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