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ATTO UNICO


ca v’aspettammo!… (Chiama col gesto gli attesi che adesso compariscono dal fondo.)

SCENA III.

Nunziatina, Grazia, poi Vincenzo, L’Avvocato e dette.

Grazia — (entrando) Eccoce!.. Eccoce!… Veneno!… Veneno!… (A Rosa) Cummà, vienelo ’ncontro.

Nunziatina — (va presso la madre, sollecita, amorosa) Mammà.. viene… viene… Quanno ha visto a me sola, m’ha addimmannato: — E mammeta? E Rosa?… Io ll’aggio guardato… M’ha capito… Nun ha ditto manco meza parola… Viene mo’.. viene! (Le fa dolce violenza, aiutata in ciò da Grazia, allo scopo di indurla ad andare incontro a Vicienzo, il quale, in questo momento, compare nel vano dell’uscio).

Rosa — (Non si muove. Non risponde. Guarda sempre la porta fissamente. Fa un atto solo con la mano, come per indurre Nunziatina a tacere. Adesso Vicienzo è sull’uscio. Si è fermato sulla soglia. Guarda ed attende).

VicienzoÈ stanco. È emozionato. Guarda Rosa, in attesa che ella gli vada incontro. Un silenzio grande regna. I due esseri si guardano, si fissano. Egli manifesta il desiderio, con tutta la persona protesa in avanti, che la moglie vada da lui, che gli dia il benvenuto. Il riserbo di lei, evidentemente lo fa soffrire molto. Tutti adesso sono perplessi, nè osano dire una sola parola. L’imbarazzo è generale. Soltanto Nunziatina si fa animo e tocca la spalla della madre, che si scuote.)

Nunziatina — Mammà!… (Come ad incitarla ad andare da Vicienzo) E và! (La prega con lo sguardo, con la persona tutta protesa verso di lei.)

Assunta — Zì Rò… (dall’altro lato, avvicinandosele insieme con Teresa)

Teresa — Zì Rò… embè!..

Rosa — (si alza. Comprende che deve andare. Procede come un automa verso il manto. Tutti gli altri riman-