SCENA IV.
Totonno — indi Ninetta, Bettina, Cesarino e delti. I q
B
Totonno — (annunziando) — La signora Ninetta R0cco nei Spaghetti e tutta la sua famiglia (via) I
Giacinto — ’A vi lloco essa ! |
gelsomina — Che songo asciute ’e spaghette? C*1
Francesco — No, mo esce l’arrusto. Ct
gelsomina — Pecche ha ditto i spaghetti chillo? I G1
Francesco — Ha voluto intendere che la signora Ninetta Rocco è maritata Spaghetti. Lasciatemi andare incontro (esegue) oh ! signor avvocato, qual pia- Gl
cere di vedervi stasera. Vi siete ricordata della mia Ce
cara Maria ?
Ninetta — Era nostro dovere di venire stasera. Gl
Francesco — Grazie, grazie ! Siete troppo buona.
Bettina — (vedendo Giacinto)— Uh ! ccà ce stà o Barone Ni.
nuosto. Come state.
Giacinto — Eh ! non c’è male. (Comme le prode ’a capa Ge
a sta vecchia)
Cesarino — (Che veco ! Gesummina c o marito!...
aggio fatto toppa e faccia (si ritira in disparte)
gelsomina — (È isso ’o mfame !... ) q ^
Francesco — Ah! voi lo conoscete? Allora presento
soltanto la Baronessa sua moglie. q
Ninetta — (dandole la mano) Fortunatissima di cono- p
scerla. ^ES
Francesco — La signora Ninetta, sua madre, e il sigr Cesare — Spaghetti marito della siga Ninetta... Aòfo stà ? Che se n’è fatto ? Ah ! eccolo là, D. Cesare j Che d’è, ve ne site scappato ?
Cesare — Stavo vedendo tutti questi belli fiori. ^
Francesco — So tutte regale che ha avuto ’a piccerelli For
mia! * F»A
gelsomina — (piano a Giacinto)— Comm’ ’a cunusce }
sta vecchia ! ^*4«
Giacinto — (Conosco il padre quann’era piccerille steveni* nculleggio assieme!
gelsomina — Vattè, busciardo ! (gli da un pizzico)
Francesco — Signori accomodatevi; lasciamo prini*•Jc nire qualche altro e poi passeremo nel salone. G,J ci scusa, fa assettà a signora al divano. ^ |
Giacinto — Ma subito. E quanno ’o diceva!, [uè**1"
Ninetta — e Gelsomina al divano. Francesco e in mezzo, Cesare e Giacinto all’altro lato)