Paggena:Miseria e nobiltà.djvu/36

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eduardo scarpetta

Eug. Si, ma l'intoppo sapete qual’è? È che i miei parenti non acconsentiranno mai a questo matrimonio.
Conc. Ma allora scusate, nun è lu padre de la figliola ma so’ li pariente vuoste.
Eug. Sicuro, ma ecco qua, io gli ho detto che ci facesse sposare, e quando tutto è fatto, mio padre si persuaderà e saremo felici. Questo non lo vuol fare, e mi ha detto: Allora metterete piede in casa mia quando porterete qui il marchese vostro padre, vostra zia. la contessa del Pero...
Pasc.Ah! n’auta signorona!
Eug. E vostro zio, il principe di Casador...
Pasc.Ah! n’auto nubilone!
Fel. (E tu si nu seccantone!)
Eug. Ora, scusatemi, che posso fare io, povero giovine? Posso andare da mio padre, mio zio, e mia zia, e dir loro: venite in casa di Gaetano Semmolone, l’ex cuoco, a parlare del mio matrimonio con la figlia che è ballerina? Ditemi voi se lo posso fare?
Pasc.Oh, è impossibile! Chille so’ la crema de la nobiltà! Proprio chello de coppa coppa la nobiltà! (a Felice).
Fel. Comme a nuie, per esempio, che simme chello de sotta sotta la miseria!
Pasc.Embè, scusate, come vi regolate?
Eug. Avevo risoluto di non pensarci più. Ma che volete? io amo troppo Gemma, e sento che non posso dimenticarla facilmente!
Pasc.E che bulite fa?
Eug. (avvicinandosi con la sedia, mentre gli altri fanno lo stesso) Voi solo, amico mio, voi solo mi potete aiutare.