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miseria e nobiltà

Fel. Già!... i miei milioni sono suoi.
Conc. Scusate, c’è mia figlia, che è pure vostra nipote.
Fel. E mi dite sempre questo, contessa! Io la roba mia la voglio dare a chi mi pare e piace. La contossina tiene il vostro... Il vostro che ne fate?... Avete tanta roba!
Eug. Va bene, di questo potrete poi parlare a casa.Qui non mi pare il momento.
Pasc.Dunque, dicevamo... vedendo che Eugenio si era ridotto mezzo per causa di questa signorina Gemma ci riunimmo tutti i parenti, e si decise di contentarlo.Solo mia sorella la contessa, qui presente, era un poco duretta... un poco duretta...
Fel. (Era?.... Molti anni fa!... Ma mo’ è molla, mo’!)
Pasc.Ma poi ha finito col cedere anche lei.
Gaet. Bravissimo!
Conc. Io se era duretta, aveva mille canne di ragione.
Fel. (Quanto so’ belle sti mille canne de chesta!) Conc. Che ci passava per sopra mio fratello, il marchese Ottavio, e l’altro mio fratello, il principe di Cassador...
Fel. Casador, contessa, Casador!
Conc. Oh, sicuro, Casador, ho sbagliato...
Fel. La contessa sbaglia sempre i cognomi... Ah! questa contessa!.. questa contessa... (nce scumbina a nuie!) Conc. Erano padroni di fare ciò che volevano... ma io... la contessa del Pero....
Fel. Del Pero, contessa, del Pero.
Conc. Scusate, principe, del Pero lo dicono i lazzari. Noialtri nobili diciamo del Piede.
Fel. (Nun nce fa avutà lu stummaco!)