Carlo — Che vescovo l Quello è un Monsignore di titolo, perchè la sua famiglia ebbe questo privilegio per tutti gli eredi che si facevano preti.
Giulia Ahi mo capisco 1...
SCENA IV.
Salvatore, indi il Marchese Torrone e detti.
Salvatore — Eccellenza son venuti il marchese e la mar. chesa Torrone, posso farli entrare V
Giulia — Ma s’intende, se stiamo tutti qui! (Salvatore via) Riceviamo questo Marchese cafone.
Carlo — Ma comme é marchese?
Giulia — Pecchè tene ’e donare e à comprato questo titolol Nobiltà di provincia. ma sempre un cafone è rimasto. (Questo personaggio ha Vaccento pugliese).
Emilia — Mia cara Giulia, mia carissima Beatrice (si baciono). Tanti auguri por la tua festa. Speriamo per cento anni di vederti cosi bella.
Marchese —Ma che è la nascita della Baronessa ’: e non me l’hai detto a casa I
Emilia — To l’ho detto e te ne sei dimenticato.
Marchese — Tanta cosa da pensa, pensava iusta alla Baronessa.
Carlo (piano) — E’ molto accrianzato...
Marchese — Basta, mo to faccio tanti di questi giorni e tanti di questi giorni che tu non ne vuò chiù
Carlo — (Ha fatta ’a carità!).
Giulia — Grazie marchese, conosco il vostro cuore!
Marchese — E’ questa è figlia toia? Belloccia sa! Parito doie surelle!
Giulia — E’ un complimento che mi fate?
Marchese — No, è la verità, tu tiene 1’ anniciolle ncuolle. ma te li nascunno sotto a coda.
Emilia — Mincuccio, che cosa sono questi discorsi.
Marchese — No... le voglio dire la verità u la Baronessa che nce è amica... Quante anne faie ogge. Na cinquantinella.. Li porte buone, a parola mia!
Giulia (piano) — Che cafone scostumato.
Emilia — Mincuccio, fate silenzio! Nella buona società queste cose non si dicono.
Marchese — Che c’entra questo? Nu marchese dice sempe ’a verità.
Emilia — Giulia compie appena 35 anni.
Marchese — Tu vuò burlà a me, nun vide che tene na figlia grossa.
Giulia — (Mo ’a spezzo io) Marchese a proposito vi presento l’avvocato D. Carlo Strozza.
•Marchese — Pagliette si tu.
Carlo — (Àvimmo magnate a qualche taverne assieme). »• curo sono avvocato.