ATTO SECONDO
la stessa scena deIValto precedente, scnonchè la mobilia sariì diversamente disposta. I due divanetli sono messi alla parete di fronte, non vi sarà nè la console, nè lo scaffale. Al posto dei due divanetti sono piazzali due tavolinetti con tappeti. Su di uno di essi vi sono due candelieri con steariche1, e sull’altro un lume vecchio a petrolio. Il pianoforte è innanzi, in mezzo, perchè dovrà essere trasportalo. Sui divanetli si veggono messi alle pareti. dei tamburelli dei pialti, dei ventagli vecchi, dei pennacchi di erbe secche, come poi sarà stabilito nel concerto.
SCENA I.
Vincenzo, Custanzella, Matilde, Enrichetta.
Giovanni, Eduardo, Pasquale.
Tutti affaccendali a rassettare la casa, meno Eduardo c/ie sta sdraiato sul divano a sistra, fumando una siguretta.
Giovanni — lamine... Pascale... Vott’’e mmanc ciré tarde.
Pasquale (uscendo dalla porta a destra, trasporta un paravento)— Signore mio, cchiù Priesto e chesto nun Potevamo fa! (via e ritorna senza il paravento) Vincenzo — L’avimmo fatte tarde, e ancora a chesto starnine.
Custanzella—Avimmo fenuto ’e mangi A tarde, Po è venuta ’a capera Pe me pettinò, e accusiti se a’è passalo ’o tiemPo.
Vincenzo _Uff 1 quanno veneno sii ghiurnnte è nu guaic
che passo t
- ovanni (a Pasquale che ritorna) — Nce sta niente echlù
’là dinto?