Paggena:No grano varva e ccaruso.djvu/24

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Fa!». Figliuoli miei, ecco come si fa: la mia abitazione è composta di dodici stanze bene addobbate. Giulio sposerà subito Meaica ed entrambi verrete a dimorar meco... No t N per Giove! no; sodo un asino in tutte le L‘ forme! un uomo solo, senza parenti, sen* ^ za nessuno fuorché Carlo e Raffaele, intenti,; agli affari domestici, non c convenevole che riceva una Tresca sposa in sua casa; bisogna schivar le lingue mordaci: sì, io vi darò «mille ducati e così questo matrimonio si fa* rà in brevissimo tempo.

Citi. ( con vivo trasporto gli bacia la mano ) Cbesta è la risposta mia...

Caro. ( c. 9. ) E io non pozzo che dirve lo stesso. *

Fab. ( abbracciandoli) Ah! non vi è maggior consolazione per l’uomo quanto quella di soccorrere gl* infelici e formare per quanto si può, T altrui felicità. Addio: ci rivedrò* mo tra breve. ( via)

Gin. Meneca mia, nuje sarrimmo felice.

Caro. Me lo ddice lo core.

Giù. D. Fabiano...

Caro. Sarrà chillo che nce protegglarrà.

Carm. Ah! che lo Cielo nce lo ppozza rennere!

Caro. Lo pozza mpfofecare; Ile pozza dare tulle le ccontentezze che ddosidcra.

Giù. Sienle, non c* è dubbio che nce stanno li cattive a lo munno, ma la semmenta de li buone sempe regna, e cquanno manco te cride v truove na mano benefica che te solleva, e Ite libera da chella scadenza che se 8passa a pperseguita li povere sventurate!

[ (si licenziano e viano% Giulio per la strada, e Carmine e Carolina per la baracca )

Fine dell* atto primo.