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no turco napolitano
Peppino — È affare di un momento. Andiamo, cacciate le carte.
Luigi — (Vuie vedite che guaio che avimmo passato co chisto) (tutti cacciano dei pezzetti di carte di musica. Peppino caccia dal petto una bacchetta ed una carta di musica) Avanti, sottovoce. (si situa in mezzo, tutti
cantano egli porta la battuta).
Tutti — Oh che giorno d’allegria
Che delizia, che goder
Per gli sposi, questo sia
Un principio di piacer.
Peppino — (con falsetto) — Oh che piacere.
Luigi — Ched’è?
Peppino — È il soprano che risponde, non ho potuto ancora trovare il soprano, che peccato — (canta)
Oh! che piacer! A voi.
Oh! che piacer! A voi.
Tutti — Viva, viva la sposina
Pien di grazia e di beltà...
Peppino — Basta. Che fate?
Peppino — (con falsetto) — È una stella mattutina
Tutti — È una rosa in verità
In ve...rità
In ve...rità!
Michele — (guarda a dritta) — Zitto, la signora (Tutti vanno ai loro posti).
Giulietta — Ched’è stiveve cantanno?
Michele — Nonsignore, eccellenza, era na pazzia.
Luigi — È stato D. Peppino che...
Giulietta — No, ma seguitate, seguitate pecche me facite piacere, io amo il canto, amo la musica, amo l’arte!
Peppino — Oh, signora, che possiate essere benedetta, amate la musica, allora vuol dire che avete cuore, avete sangue nelle vene, il nostro principale invece odia la musica, è nemico della poesia.
Giulietta — Ma caro D. Peppino, il vostro principale disgraziatamente, mio marito, non è un uomo, è un
animale qualunque!... Che stieve cantanno?
Peppino — È un coro che ho composto io, da cantarlo in occasione del matrimonio della vostra figliastra, non voglia il Celo e il principale sapesse che ho fatto questo, sarebbe capace di licenziarmi, mentre vi assicuro signora, che m’è riuscito un capolavoro.
Giulietta — Ma come! Voi sapete la musica? Siere capace di scrivere un coro?
Peppino — Capace di scrivere un coro, ma signora, voi che dite! Io ho scritto delle opere colossali!