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Rusella. (si sofferma ed escalama:) Ah! Giesù Cri’, Giesù Cristo mio! (Corre al Calvario e cade in ginocchio. D. Amalia si precipita nella casa e ne chiude la porta. Rusella prega. Ad un tratto si ode gridare.)
D. Amalia (d: d: il basso) Figlio! Figlio mio bello!…
Rusella. (s’alza, si precipita alla porta del basso e picchia ripetutamente) Arapite! Arapite!… Donn’Amà!… Aniè!… Aniè!… (Qui la voce è fioca e le forze le vengono meno. Rusella con le braccia protese scivola sulla porta, si piega su se stessa, e resta accasciata, singhiozzando:) Aniè!… Aniè!… (Tace. Il temporale imperversa orribilmente. Le due guardie di P. S. di ronda attraversano la scena).
fine
Napoli, 9. 10. 11. Settembre 1905.