massimo quando vi è tornaconto, dimenticano quella dignità e quel carattere di cui fanno sfoggio ad ogni momento, e rinnegherebbero senza scrupoli financo la luce dei sole. Fortunatamente gl’ingenui, se ne togli quelli per progetto, sono sempre più rari, pochissimi quindi coloro che ci crederanno. Quest’arte non nuova, e non per questo meno vituperevole, di mentire adulando qualifichiamola spudoratezza, e saremo anche indulgenti.
Mi auguro intanto che queste nuove poesie saranno da te lette o considerate, e che tu vorrai giudicarne quando avrai ben compresa la forza dei vocaboli del dialetto, e lo spirito informatore di ciascun componimento, il che, a dir vero, non è troppo facile, senza una conoscenza pratica ed abituale, se non uno studio a fondo, del dialetto medesimo.
Che se per ultimo, o per non essere cittadino materano, o per essere ignaro dei vocaboli e del significato relativo, non arriverai a giovarti di quel tanto che vi potrà essere di buono, la colpa non sarà mia, e non vorrai quindi rendermene responsabile.
Vivi intanto felice.
Matera, Ottobre 1883