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ALLE DONNE

SESTINE

Ditemi un poco, donne, in cortesia.
     Perchè, da qualche tempo infino adesso,
     V’agita un non so che di frenesia
     Di voler far le scimie al nostro sesso?
     L’onesta mia dimanda permettete:
     Siete donne tuttora, o non lo siete?
Rispondetemi pur senz’arrossire:
     Che cosa mai v’avete fitto in tosta?
     Volete uomini forse addivenire?
     Ma di grazia che altro a far vi resta,
     Dopo di tutto quel che avete fatto?
     Io per me non lo so: ci vado matto.
Una volta era il fumo ed il tabacco
     In usanza fra gli uomini soltanto;
     Or fra voi pure, donne mie, per Bacco!
     Questa barbara moda è invalsa tanto,
     Che spesso spesso di veder mi tocca
     Vaghe fanciulle col sigaro in bocca.
Una volta era solo il nostro sesso
     Dato al commercio e a star di casa fuori;
     Tutto il contrario si costuma adesso:
     La moglie serve al banco gli avventori.
     Smaltisce le derrate, i conti porta,
     E il marito sta in casa a far la torta.
In quei tempi le donne facean solo
     Vesti, ricami, intingoli e calzette;
     Ora scrivon romanzi e sanno a volo