Paggena:Pasca' si' puorco.djvu/12

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Pul. Sine Pascale mio.

Pasq. Allora resterai con me. Col patto però che mi devi chiamare don Pasquale.

Pul. Ncopp’a chesto ave ragione Pascale.

Pasq. Un’altra volta Pasquale?

Pul. Have ragione D. Pasquale.

SCENA X — FLORINDO indi CECCO e PASQUALE

Flor. Pulcinella è entrato al servizio di don Pasquale, ora l’accomodo io. Ehi?

Cecco. Comandi.

Flor. Tu devi far capitare questo biglietto nelle mani di don Pasquale ma colla massima sollecitudine. Addio. (via)

Cecco.. (bussa la porta di don Pasquale) Ehi di casa?

Pasq. (di dentro) Chi è?

Cecco. Calate un momento debbo darvi un biglietto.

Pasq. (fuori) Che cosa c’è?

Cecco. Questo biglietto viene a voi.

Pasq. Grazie Cecco. Poi ti regalerò.

Cecco. Mi faccio meraviglia, (via)

Pasq. (dopo aver letto) Oh cielo che lessi mai! Pulcinella, Luisella, Angelica, venite tutti qui fuori.

Ang. Che fu?

Luis. Ch’è successo?

Pul. Che vulite?

Pasq. Dovete sapere che ho ricevuto una lettera la quale dice che i contadini della mia vigna si sono litigati con quelli dell’altra vigna. Dunque io sono costretto a correre colà per impedire uno scompiglio.

Pul. Oh mmalora e mmò comme se fa?

Pasq. Tu starai attento alla casa, sarai il secondo padre di mia figlia ed il secondo padrone della mia serva. Tu monterai di sentinella armata. Dietro al portone vi è un’antica arma della defunta mia sorella lasciatela dal marito, la cerbuttana, oppure una moiana che è più piccola. Quale vuoi?

Pul. Chella cerbuttana ’e soreta.

Pasq. Siamo intesi. Addio figlia mia, addio Pulcinella (via)

Pul. Belli figliù avite ntiso c’ha ditto ’o patrone?

Luis. Sì, l’avimmo ntiso, e cu chesto?

Pul. Mi dovete ubbidire.

Ang. Io ubbidire a te? ah, ah, ah. ride

Pul. E pecchè, ce truove difficultà? Marcite dentro.