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Pei lettori non napoletani, è bene spiegare che, presso il Mercato di Porta Capuana, ogni giorno il cantastorie raccontava al popolino le meravigliose avventure di Rinaldo, tratte da quanti romanzi cavallereschi si sono scritti, a cominciare dai primi accenni dell’arcivescovo Turpino. Ed il popolo napoletano avea per Rinaldo una specie d’adorazione cieca; e i più caldi ammiratori, i più impressionati delle smargiassate di quel tipo, erano denominati patuti o patiti: per Gano di Maganza invece, che è il tipo del traditore, del fellone, il loro sdegno, il loro disprezzo, erano illimitati.