Paggena:Poesie napoletane - Ferdinando Russo.djvu/412

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’O DENTISTA.

Questi (lue sonetti ritraggono ledelmente il tipo di un
tal dott. Ignazio Ricci che strappava denti in pubblico e
vendeva specifici, dall* alto di una carrozza, alle spalle
della quale erano due suonatori di trombone che squil-
lavano atrocemente ad ogni cenno de! dottore. Egli si
esprimeva proprio nel modo da me riprodotto ; e, assieme
ad un altro della sua specie, tal de Casagrande dott. An-
tonio, tempestato di medaglie e di diplomi, con un moro
e tre suonatori sul breack, fu delle ultime così dette cele-
brità delta strada, a Napoli ed in provincia, una trentina
d* anni or sono.

1) *E TTRE CARTE :

Mistificazione, anzi ruberia sfacciata, fatta con carte
francesi, due di un colore, una di un altro. Mischiate
abilmente dal ladro tenitore del j^ioco, e poggiate sul
banchetto, coperte, magicamente vuotavano le tasche ai
gonzi. Patriotta veniva chiamato il coscritto ingenuo che
a preferenza era istigato a puntare.

5) Vattiate, da vattiare, battezzare.

  • A Santa Pasca.


!) Mo9 vene Pascay etc. Esclamazione tradizionale come
tante altre a proposito di feste solenni o di cambiamenti
di stagione. Limungella fresca! perchè nell* aprile fiori-
scono i primi limoni.

  • ) 9 A Ruchesca, la Duchesca, rete intricata di vicoli ai

piedi di Castel Capuano, ed ora in parte abolita. Vi bru-
licava una masnada di femmine vili e di protettori di
esse- Ed è un di costoro che cinicamente, nel gergo, sta-
bilisce il programma delle sue feste pasquali, che vorrà
godersi a spese deir amante.

a) Attosca, cioè rallenta i cordoni della borsa. Eftica-