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Sonetto IV.

¹) Parole del gergo furbesco in uso fra camorristi: scorze ’e purtuallo, monete d’oro — Palummo, fazzoletto di seta bianca — Rota, orologio — Far cappone un gallo togliergli destramente la borsa — Festa ’e ballo, impiccagione — Crastare e accrastare, rubare — Feroce, agente di polizia — ’O rrusso, il vino — Filato da filare, fuggire. Nun ce faccio croce: Non mi rassegno.

Sonetto V.

¹) Bobba, empiastro o altra miscela empirica.

²) Nturzà, gonfiare.

³) Iucata, giocata.

4) Bollivano.

5) Pronunziando parole sconnesse.

6) Gomitolo.

7) Imbrattato, lordo.

Sonetto VI.

¹) Dito.

²) Basista, ladro che offriva in vendita alla combriccola le basi dell’operazione, indicando in quale casa e come, e seguendo quali istruzioni, il furto doveva e poteva essere consumato.

³) Bambinella; in senso ironico.

4) Dava un bacio, si attaccava ad un fiasco (peretto) di vino.

Sonetto VII.

¹) Chiuso, murato.

²) Il Corso Vitt. Emanuele che era chiamato dal popolo La strada nova.

³) Di sghembo; lavorando allo spago sul limitare della grotta; e però si spiega il titolo de’ sonetti: ’A grotta d’ e spavare, spagari; lavoratori di corde e spago.