Paggena:Povera mamma.djvu/17

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stu forte dispiacere...Don Giuvà la suggietà riformata, vista lo vostre buone qualità, vi ha conferito l’onorevole incarico ’e capo ’e Stiggità e tutte ’e dudeee quartiere!...

Giov. (che fino a questo momento non si sarà mosso dalla posizione primiera, alzerà il capo come un leone ferito, tenendo in ginocchio con la sinistra il cadavere della madre, e avendo la destra Ubera grida con voce rauca e disperata). Nò!!... dincello ’a chesta ’nf.una ’e Suggità, ca essa guaglione m’accerette a paterne... ugge m’&ccisa a inammema, e dille... che ssò carogne!!.. (mostrandogli con ira la porta) lesee... lesce!!!... (scoppia in dirotto pianto).

Alb. (vedendo questo slancio disperato di Giovanni e mosso a pietà dallo strazio di quel cuore scoppierà anche lui a piangere e per rattenersi si strapperà la falda del cappello con la bocca, indi manda con la /anila delle dita un bacio verso Giovanni, e disperati va via).
In questo mentre si sentirà una voce napoletana appassionatamente a distesa e non grottesca, data da un venditore di fichi d’india, che dirà)

        Nanasse
   chiste so ’e frutte... pe chi fà ’ammore...
     stasera!..

( Cade piano piano la tela mentre finisce la voce.)


Fine