ATTO UNICO
SCENA I.
Notte, Strada con casa
Don Giovanni, poi Pulcinella prima dentro e poi fuori.
Gio. Sieguimi, Pulcinella!
Pul. (di dentro) Mo ca non ce veco.
Gio. Vieni alla voce.
Pul. Io non beco a te comme aggio da vedè la voce (inciampa e cade) Noce de lo cuollo.
Gio. Che fu ?
Pul. (fuori) Ah si Patrone mio.
Gio. Che ti accade ?
Pul. Uh, uh, mannaggia la Natura.
Gio. Perchè ti lagni della natura.
Pul. E mme lagno a ragione, perchè fa le cose storte.
Gio. Come?
Pul. E sicuro. Dimme na cosa, la natura quant’uocchie nc’ ha date?Gio. Due.
Pul. Addò l’ha puoste?Gio. Sotto la fronte.
Pul. E pecchesto ha fatto le cose storte. Se invece de metterle tutte ’e duje nfronte, nce n’avesse puosto uno nfronte e n’auto mpont’ a lo pede, lo pede vedeva la preta e non me taceva cadè a me poverommo.
Gio. Eh, che dici sciocco. Va Pulcinella per quanto mi è stato detto qui deve star la casa del signor D. Aldolfo Mendozza, va credo che sia quella, bussa, ed avvisagli della mia venuta.
Pul. Io mo all’oscuro addò vaco a trova la casa de sto Fonzo Smerdozzo,
Gio. Va, o ti fracasso le ossa di legnate.
Pul. Vi che mm’è date a me poverommo. (si avvia per bussare)
SCENA II.
Colombina di dentro, poi D. Lopez e detti.
Col. Priesto D. Lopez, jettateve a copp'a bascio, ca si se n’addona lo patrone io so carosata, e buje site acciso.