PREFAZIONE Lettore carissimo, Credo utile farti conoscere che non soni io nè il primo, nè certo l'ultimo che scrivr in dialetto. Non vorrei )X)i che t ingannassi //rotsolattamcnte credendo del tutto inutile lo scrivere qualcosa di questo y e nere, o che ver amen te io t abbia fatto per non aver che fare, o jtrr dar fuori una satira telata, o per farti ridere solamente, nu’ntre in costanza tocco piayhe. sociali profonde, c chi sa quando rimargimdnti !... Lunyo sarebbe j tarlar ti qui su quel tanto di utile, che vi sarebbe da ricavare dai diidetti da chi si ver- sasse nello studio filologico. Se qvesto prinu* sayyio incontrerà, tni riserbo par- lame più diffusanunde di unita ad altri lavori oriyi- nidi nell* istesso dialetto. Accennerò di voto soltanto, e sempre per i profani delt arte, cane di ricercJtc e studii filoli tifici si stano occupati da tempo remoto uomini di tutte le nazioni. non escluse le meno cotte e civili, anvegnacftè fi na tuo tra i Bimaini deir Indostan ne troviamo le tracce. In Grecia per op**ra di KraUtstene, e presso gli atdichi Romani fu coltivato to sfrutto filologico. Sepolto nel
Paggena:Saggio di traduzioni e poesie in dialetto Materano - Francesco Festa.djvu/3
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