Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/147

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Masaniello! 'O frate carnale d''o generale nuosto! 'E ffascine! Abbrusciate 'a caserma! (Ripetuti e incalzanti colpi di accetta, su l'uscio di strada).
Cruscone. — Cumpà Carlù! Chiste nce abbrusciano vive!
Gli altri sgherri. — Rebazzate 'a porta!... Nchiurite 'o fenestone!... Cumpà Carlù?!...
Perillo. — Vita pe bita! (Corre alla parete, per armarsi del suo archibugio; ma retrocede, come investito dalla moltitudine, che or si addensa alla inferriata). Hanno acciso 'a sentinella!


(Al grido di Perillo, gli sgherri sono assaliti da un terror folle, e si accalcano presso il vano, ruggendo bestemmie indecifrabili, lottando per cercare una via di scampa. Spariscono tutti nel vano, e ne richiudono con violenza la porta).


Catania (è disanimato dal terrore dei suoi subordinati. Cerca anch'egli uno scampo, e si precipita alla porta del vano. Ma questa è già chiusa; ed egli la scuote, e vi brancica con le unghie, disperatamente, come per forzarla. Non bada più alla donna).
Bernardina (in preda ad una esaltazione sempre più viva, che la scuote tutta, si è precipitata giù per la scaletta, è corsa al finestrone; e or si aggrappa con ambo le mani alla inferriata, e grida disperatamente, con quanta voce ha:) — Abbrusciàtelo vivo!... Vivo abbrusciàtelo! È stato isso! È stato isso! (Accenna a Catania, il quale continua a scuotere l'uscio chiuso).


(Nella moltitudine appare e dispare la cocolla di un monaco carmelitano. Simultaneamente, dietro le sbarre, si sofferma l'alta e forte figura di Onofrio Cafiero).


Bernardina (a Cafiero, in una suprema invocazione:) — Cumpà!... Cumpà!...
Onofrio Cafiero (sorpreso e sdegnato:) — 'A cummare?!... 'A riggina nosta mmiezo 'e sbirre 'e pulezia?!