Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/174

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(Sciurillo non piange più. Un breve silenzio).
Cenzeniello. — 'A meglia cosa, iàmmece a paglià, e nun facimmo storie. Si se retira a tiempo papà e ce trova combinate 'e chesta manera, cca succede 'o trentuno! Si tu tiene genio d'apparà 'a mesura, io, 'a verità, stu genio nun 'o tengo.


(Un silenzio. I due ragazzi si guardano, indecisi e un po' trepidanti. Poi, cominciamo lentamente a smettere gli ornamenti della festa e a svestirsi, interrogandosi a vicenda, sotto voce:)
Cenzeniello. — Sciurì?
Sciurillo. — Cenzeniè?
Cenzeniello. — Mme pare comme si avesse ntiso nu remmore...
Sciurillo (impaurito:) — Fosse papà?!
Cenzeniello (sussultando:) — Papà?!
Sciurillo. — Comme?
Cenzeniello. — Che?


(Quasi macchinalmente, i due ragazzi si dirigono verso lo stambugio. Ciascuno di essi ha la giacca piegata sul braccio e in mano l'elmo. Entrano. La porticina si richiude).
(Vuoto e silenzio).


SCENA SECONDA.


Carmela, Michele, Ninuccio


(La porta di scala si riapre. Carmela entra, e va a deporre il chiavistello sul comodino. È nervosa, agitata, fremente. Michele la segue, appoggiato al braccio di Ninuccio. È ubbriaco fradicio: ha gli occhi piccoli, il respiro affannoso, la voce aspra e rauca. Sul limitare, Ninuccio lo abbandona, involontariamente, in un istante; egli barcolla, urta in uno degli stipiti, cade; cadendo bestemmia).