Chesta paggena nun è stata leggiuta.
Carmela (si desta. Si solleva, poggiando il gomito destro sui guanciali. Appare trepidante, smarrita. Volge intorno lo sguardo, come interrogando. Ricorda. Sussulta. Un tremito nervoso, che non riesce a dominare, la assale tutta. Ella ricade sul letto, nasconde il volto nei guanciali, e nei guanciali soffoca il suo grido angoscioso:) — Ah, mamma mia!... Madonna mia!
Michele (rientra, sorridente, e richiude la porticina. Pausa. Intende i singhiozzi e i lamenti della moglie. Si volta, di scatto, verso il letto, sorpreso, colpito. Un dubbio lo assale. È perplesso, un istante. Poi si avvicina al letto e, con un filo di voce che si sforza di render docile, chiama:) — Carmè! (La pipetta gli cade di bocca. Breve pausa. Poi con più forza:) Carmè!...
Carmela (si scuote. Leva la testa. Scorge il marito: e si raggomitola, tremante, sul letto, come per sottrarsi agli sguardi indagatori di lui).
Michele (è ai piedi del letto, immobile, scrutandola:) — Dimme na cosa... (Lentamente:) Aissera, io stevo 'a bino... e nun mm'arricordo cu pricesione... (Pausa). Mme pare... mme pare ca... Ninuccio nce accumpagnaie...
Carmela (confusa, accenna replicatamente di no, col capo).
Michele (con forza:) — Nce accumpagnaie! (Ha un movimento istintivo di ribellione: scuote nervosamente i ferri del letto: la compagine traballa).
Carmela (si precipita dal letto, rincantucciandosi, sgomenta, fra questo e la parete).
Michele (padroneggiandosi:) — Nce accumpagnaie: chesto 'o ttengo a mente buono... Se sape: Ninuccio