Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/3

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PRESENTAZIONE



Nella visible vita cotidiana, Aniello Costagliola appariva un uomo insensibile pacato sereno, d'una serenità chiusa opaca, non gioconda, né malinconica, d'una serenità a pari distanza dal pianto e dal riso. Il suo aspetto i suoi atteggiamenti i suoi atti la sua voce erano i connotati d'una esistenza che impassibile si lasciasse portare lentamente da un mediocre Destino giù giù per il declivio del tempo come un sughero dalle acque pigre d'un cheto fiume. — Al contatto dell'Arte altrui egli si rivelava un tutt'altro uomo. Si rivelava un sensibile. O addirittura una sensitiva. Le sue sensazioni, che il troppo scarso e scolorato e quasi timido eloquio non bastava a esprimere, chiedevano l'ausilio della penna per manifestarsi tali quali erano: vivaci, ricche, complesse, espansive, personali. E, scrivendo d'arte, s'inebriava. S'inebriava soprattutto nel designare ciò che più aveva destato la sua ammirazione, nell'adornarlo di cesellati elogi, nel proiettarvi una luce che ne rischiarasse i pregi all'occhio del lettore. Il biasimo non gli si confaceva. La