L’AMBIENTE:
la casetta di Mattia de Mattei; al quarto piano, in un tenebroso vicolo della vecchia Napoli: una piccola camera, nella quale tutto è modesto, ma ordinato e nitido.
A sinistra, nel fondo, un letto. A capo di esso è una croce, — e, conficcato nel “Cristo„ — è un ramo di olivo.
Nel mezzo, pur in fondo, uno scrittoio; dietro è un piccolo mobile su cui sono accuratamente disposti molti libri, bellamente rilegati. Sullo scrittorio molte carte sparse, ammontichiate, confuse.
Un tavolo è a destra, in alto, — e una piccola “toilette„ è a sinistra.
Una vecchia ed enorme “credenza„ è in un angolo, — e poi: un orologio a pendolo, un lavamani, una piccola cassa sulla quale è una canestra con “biancheria„; parecchi ritratti a fotografia, un attaccapanni, qualche mobiluccio di poco valore, pochi gingilli, e un grande ritratto di Giacomo Leopardi, in fondo, sullo scaffale. Un uscio ad arco, — a sinistra, — e di contro la comune.
Una finestra, mezza socchiusa, è nel fondo.
Tra il vespro e la sera.