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”VICENZELLA„

poetica e simbolica di questa subitanea ispirazione d’artista; ma debbo dire che dal punto di vista del teatro essa è un gravissimo errore. In un’opera d’arte nella quale le figure conservassero qualche irrealità di immagini, questo sarebbe un vero colpo d’ala; ma in una commedia dove appariscono solo persone, questa voce materna che grida come propria la passione torbida del figlio, dà una impressione di artificio e turba certe nostre riverenti sensibilità filiali. Fu questa l’impressione del pubblico che non decretò all’ultimo atto onori uguali a quelli decretati ai due precedenti. Così mentre dopo il primo atto s’erano avute tre chiamate; e quattro caldissime dopo il secondo, ce ne furono due dopo il terzo.

La commedia venne recitata mirabilmente. Era unanime, viva l’ammirazione per la grazia, la gaiezza, la passione di Mariella Gioia, per la nobilissima recitazione della Del Giudice, per l’ardore col quale interpretò la sua parte il Pretolani, per la serena comicità dell’Amodio, per il Corbinci che rievocò il Dalbono in una figura di vecchio pittore, per tutto l’insieme ricco e affiatato dell’esecuzione. Stasera Vicenzella si replica».

RENATO SIMONI

(dal «Corriere della Sera» del 23 Novembre 1916)