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TERZO ATTO


(Un mormorio pietoso fra gli artisti. De Muro fa gran forza su sè stesso, per proseguire nella lettura. La espressione del suo volto non è descrivibile.)

… Sono orribile, ma gli occhi sono belli ancora. … Addio, amore mio bello!… Che Iddio ti aiuti!… Sei tanto buono, e hai tanto sofferto per me… Povera Vicenzella, come è finita!… Bacia tutti per me: Mancini, Gianfranco, Antinori, Schettini… E sopratutti, Gigante… Digli che mi perdoni se facevo i capricci… Non ne farò più… Sono cosi brutta che nessuno me li farebbe passare… Ti bacio sugli occhi, sulla bocca, sulla fronte, sulle mani, e in ogni bacio è un poco del mio cuore, che è tuo, sempre tuo… solo tuo!…

Vicenzella…

GIGANTE

(che è seduto sulla panca, nasconde la testa tra le mani, — i gomiti puntati sui ginocchi, — e scoppia in singhiozzi)

Mancini, Gianfranco, Schettini van verso il fondo, per nascondere la loro commozione, — spalancano la porta, e si aggruppano sulla soglia dell’uscio.

Fuori albeggia. — Un’alba pallida e fredda — Nevica.

LA VOCE DI UN FANCIULLO

’A neve!… ’A neve!…

UNA VOCE LONTANA

(triste, a cantilena:)

Sparate!… Sparate!…

Suonano le campane a gloria. Gesù è nato nella notte cristiana.