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SO' DIECI ANNE


SCENA IV.
ACHILLE, ROSINA, AMALIA, MARIETTA, GERETIELLO
NUNZIELLO, BEBE e ACHILLUCCIO DI LORENZO
Stride il chiavino nella toppa. È Achilluccio di Lorenzo che rincasa. Il solerte compilatore di "numeri unici per piedigrotta" è più miope, più gracile, e più scemo del necessario. Ha venti anni, e un "tight" nocciuola. Il suo pallore è cadaverico, la sua chioma è fluente, la sua grammatica è discutibile. Reca un enorme fascio di carte sotto l'ascella. È affetto da tisi, forse; da mania di grandezza, certo. Entra in fretta, e, senza rivolger saluto o parola ad alcuno, si abbandona, sfinito, su di una sedia. Che buffo e singolare personaggio! – Vinta un pò la stanchezza, con un largo gesto della mano saluta i familiari.

ROSINA

(ad Achilluccio, – accennando al bersagliere:)

Tu vedi chi ci sta?…
(Amalia, nel frattempo, si leva e, scialla e lenta come sempre, stende un piccolo tovagliolo (oh, indescrivibile tovagliuolo!) sul tavolo di sinistra, e reca le altre cose occorrenti al ricco simposio di Achilluccio: forchetta, coltello, bicchiere di serino, e un soldo di pane.)

ACHILLUCCIO

(abbozza un sorriso che è una smorfia, e saluta il “Generale„ con un altro gesto della mano.)
Croce nera!… Non ne compilo più numeri unici! E chi-