Paggena:Teatro - Menotti Bianchi.djvu/6

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— VIII —


nel suo sogno ardente, à disdegnato sempre le chiesuole offuscate dal fumo degli incensi e della protezione, e questo è stato un bene per lui, ed è stato anche un male. È stato un bene, perchè egli à potuto così mantenere intatto il suo puro sogno di arte non contaminato da putridi contatti, e non oscurato dalle piccole ambizioni di coloro che cercano, attraverso le più losche concessioni, di pervenire per un istante, e perchè egli à potuto custodire immacolato il tesoro di semplicità e la candida freschezza della sua visione, che va di là da ogni miseria della vita quotidiana. Un male perchè egli, tenutosi lontano dagli arruffoni mestieranti, è stato da essi accanitamente bersagliato, si che à dovuto acuire intensamente le sue energie interiori, per potere resistere all'impeto della corrente, che tentava di farlo piombare nell'oblio irreparabile.
Bisogna che, nei tristi giorni che attraversiamo, si transiga con la propria coscienza, se arride il desiderio di non farsi vincere dall'onda comune. Bisogna avere tutti i sorrisi della ipocrisia, e aggrapparsi a qualunque mezzo, pur di battere sonoramente la grancassa, poichè l'opera d'arte oggi s'innalza e s'impone con l'abile e sapiente réclame, e il dramma e il romanzo sono scesi al livello del cinto elettrotecnico e del «tot»!
Menotti Bianchi però, dalla oscura guerriglia non è stato abbattuto, che anzi la sua figura emerge più chiara e piú pura, e quasi purificata dalle avversità dei suoi invidi, perchè egli chiude in sè una rara possanza