ha lasciato la sua porzione, e va a porlo, tremante, sul piccolo tavolo accanto alla porta. Torna al comò: prende il bicchiere di Silvia, lo mette pur sul tavolo e vi mesce il vino. Raccatta il copione caduto per terra e se lo nasconde in petto e riabbottona il vestito. Quasi scivolando ora s'appressa alla porta di strada. Rimane lì ad origliare. Sul suo volto si leggono l'ansia, l'affetto, la paura, la irresoluzione: esso esprime tutto l'interno combattimento e un'angoscia tormentosa... Il silenzio è alto.
Subitamente Raffaele pone la mano sulla chiave della porta. Ha ancora un momento d'indecisione, lo si sente quasi singhiozzare...
Poi gira la chiave in fretta. Schiude l'uscio. E lasciandolo schiuso, e arretrando, cerca, quasi tentoni, la porta della camera da letto. L'apre, si ficca dentro rapidamente, e rinserra.
La stanzetta resta vuota e silenziosa. La porta di strada è schiusa. Di rimpetto si tacciono.
Tela, lentamente