frezza per freccia; ed alcune altre in s, per es. caso per cacio, vaso per bacio.
Il d semplice si cambia quasi sempre in r, così rito dicesi per dito, e se vien preceduto da n si cambia in n, come granne per grande, tunno per tondo, funno per fondo.
Il g semplice spesso cambiasi in c , e dicesi perciò confalone per gonfalone; quando precede la r si sopprime , e vien detto allerezza per allegrezza; e quando poi succede alla r viene sostituito da un'altra vocale, così lario dicesi per largo.
La l del pari che il d cambiasi in r , per es. porve per polvere, cardo per caldo, mentre alcune volte vien soppressa, come povere per polvere; ed altre volte vien cambiata in u o in av, come caudo, cavero per caldo, auto, avuto per alto.
La r pel contrario cambiasi non dì rado in l o in d, e se precede il b ama fare una trasposizione, come vavera, varva per barba , evera , erva per erba.
La s quando è doppia cambiasi alcune volte in sc, come vascio dicesi per basso ed altre volte, congiunta alla t si pronunzia per doppia ss, come chisso per chisto (questo).
Se il t precede la r , quest' ultima vien soprpressa come per es. fenesta, dicesi per finestra, menesta per minestra; ma quando la