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lo fa o, e la fa a al singolare, ed al plurale fanno i pel maschile, ed i ed e pel femminile; così il padre, la madre, al singolare, fanno o patre, a mamma, ed al plurale i padri, le madri, fanno i patre, i mmamme o e mmamme; e da ciò si vede che per lo più il plurale è unico per entrambi i generi, e solo se ne comprenda la differenza dalla pronunzia della voce che siegue, cioè col raddoppiare nel femminile la consonante iniziale.
Quando poi la parola comincia da vocale l'articolo allora riprende la l che ha perduta, come si vede nelle seguenti parole: l'aglio e non già o aglio, l'asteco e non già o asteco, l'azza e non già a azza, quale l viene conservata e raddoppiata nel plurale, e pronunziata con forza e doppia qual'è.
Dei nomi
I nomi del dialetto non variano da quelli della lingua comune, ed il plurale di essi, benché simile alla stessa per le desinenze maschile e femminile, pure queste desinenze sono nn poco incerte e vengono pronunziate come se fossero scritte con una e muta, per l'uso che si hanno i napolitani di non profferir bene le ultime lettere; di modo che la differenza del genere non potrà essere ravvisata dall'ultima lettera come presso tutte le lingue, ma piut-