Paggena:Zingari - Raffaele Viviani - 10 commedie.djvu/7

Chesta paggena nun è stata leggiuta.

ATTO PRIMO

Tela. La scena.

L’accampamento di alcuni zingari in una campagna brulla, arsa di sole, alle porte di Napoli. Il quadro che si presenta alla vista dello spettatore é deformato come una visione allucinata, di incubo. Un carrozzone sgangherato é fermo sul ciglio di una siepe, in fondo. A destra, una tenda sudicia, sdrucita. A sinistra, un‘altra tenda di colore diverso. Una terza tenda s'intravede, sempre a sinistra, al di là del carrozzone. Un asinello scarno e mal nutrito bruca l'erba rada. Canicola meridiana d’agosto. Si vedrà la tribù de ’O diavulone raccolta nello spazio centrale, limitato dalle tende e dal carrozzone. Gli zingari lavorano in silenzio. Zi’ Pascale, un vecchietto settantenne, dal viso rugoso, color terra, ha davanti a sé una piccola incudine infissa nel terreno e su di essa costruisce delle trombe di latta. Sull’incudine soffia per avvivare il fuoco, ’O guaglione1. La forgia é a mantice, ed il giovane zingaro, ancora imberbe, fa compiere ai suoi polmoni un'immane fatica, anche perché l'arnese non é che una pelle di pecora, già cartilaginosa, e che difficilmente riesce a distendersi per emanare l'aria. A quando a quando Zi’ Pascale, dopo aver costruito una tromba, prova a suonarla, per assicurarsi della giustezza del suono; quindi ripiglia a costruirne un‘altra, arrotolando la latta a forma di cono, con il buco all’estremità e poi compiendo la saldatura con pezzetti di stagno incandescente, tratti dal fuoco con un forcipe. Accanto alla stessa incudine v’é anche Guarracino, un uomo rossiccio sui cinquant'anni, tutto adipe, che batte incessantemente con una mazzola su un foglio di lamiera nera, che taglia poi a regola d'arte con un paio di grosse forbici. Sua moglie, Palmira, poco discosta, é seduta su di un sasso ed é intenta a mettere un fondello ad un paio di pantaloni di suo marito. Costei é una vecchia sui sessant’‘anni, dall’aspetto miserabile e dal fisico minorato. Dinanzi alla tenda di sinistra, seduto accanto ad una seconda incudine, v’é ’O figlio d’ ‘a Madonna2: giovane bruno, tutto nervi, dai capelli arruffati e dal colorito olivastro, tutto preso dal suo lavoro di costruttore di palette di ferro, molle per il fuoco, triangoli, graticole ed altri ordigni strani. Poco discoste da lui sono tre donne: ’A tatuata, una femmina sui trent‘anni che ha il viso segnato dal tatuaggio ed é tutta adorna di monili e di cianfrusaglie; ‘A mariola3, sui quarant’anni, tipo di donna piccolina, dal fare ambiguo, dagli occhi bassi, che, talvolta, le brillano furtivi, vivacissimi; e infine Pupella, una zoppina dall'aspetto triste e macilento. Fuori della tenda che é nel fondo e che ha un aspetto più imponente, Palomma4, una ragazza bellissima sui diciassette anni, e intenta a rimestare con un grosso cucchiaio di legno, in una grossa caldaia, che si regge a stento su di un rustico fornello. Affacciato ad un finestrino del carrozzone, ’O diavulone, il capo tribù, un omac-

1 '0 guaglione. il ragazzo. 2 '0 figlio d’ ‘a Madonna: trovatello. 3 ‘A mariola: la ladra. 4 Palomma: Colomba.